Il Ministero della Transizione Ecologica ha diffuso il testo del decreto “Incentivi in materia di produzione di biometano e pratiche di economia circolare”.
E’ solo una bozza, ma l’orientamento del Mite è chiaro.
Il nuovo incentivo riguarda sia i nuovi impianti di produzione di biometano (da Forsu o altre fonti), sia le riconversioni degli impianti elettrici alimentati a biogas.
Gli incentivi verranno assegnati alle sole imprese che risulteranno vincitrici di una speciale graduatoria che terrà presente una precisa contingentazione, limitando l’immissione di biometano sul mercato. Tali incentivi sono di duplice natura:
– un contributo in conto capitale sull’investimento sostenuto;
– una tariffa incentivante, applicata alla produzione netta del biocombustibile per una durata di 15 anni.
I contingenti di capacità produttiva annualmente resi disponibili nelle procedure competitive, espressi in standard metri cubi/ora di biometano, sono:
Sono previste almeno due procedure l’anno e i bandi saranno aperti per 60 giorni.
Per risultare assegnatari degli incentivi, le imprese dovranno proporre una riduzione percentuale sulla tariffa di riferimento, non inferiore al 2% e non superiore al 50%.
Le imprese che risulteranno vincenti nella speciale graduatoria nei limiti delle capacità produttive previste (vedi tabella precedente), accedono agli incentivi.
Il contributo in conto capitale (fondo perduto).
Viene assegnato alle imprese che:
– sono già in possesso del titolo abilitativo alla costruzione e all’esercizio dell’impianto;
– hanno già accettato il preventivo di allacciamento del gestore di rete, nel caso di impianti da connettere alle reti di trasporto e di distribuzione del gas con obbligo di connessione di terzi;
– realizzano l’intervento su impianti agricoli esistenti, nel caso di riconversioni
– prevedano nel progetto vasche di stoccaggio del digestato degli impianti, di volume pari alla produzione di almeno 30 giorni, necessariamente coperte e dotate di sistemi di captazione e recupero del gas da reimpiegare per la produzione di energia elettrica, termica o di biometano;
– riducano di almeno il 65% le emissioni di gas a effetto serra mediante l’uso della biomassa, nel caso di produzione di biometano per trasporti;
– riducano di almeno l’80% le emissioni di gas a effetto serra mediante l’uso della biomassa, nel caso di produzione di biometano destinato ad altri usi;
– rispettino i limiti imposti dai Piani per il contrasto al superamento dei limiti della qualità dell’aria, nel caso di impianti ubicati in zone interessate da procedure d’infrazione comunitaria sul fronte dello smog;
– assicurino la conformità alla Direttiva sulle Emissioni industriali
– utilizzino almeno il 40% in peso di effluenti zootecnici nel piano di alimentazione, nel caso di impianti ubicati in zone vulnerabili ai nitrati.
Intensità del contributo a fondo perduto.
Nel caso di nuovi impianti:
– il 20% per impianti con alimentazione FORSU, calcolato su un importo massimo di investimento pari a 22,5 milioni di euro;
– il 40% per impianti con alimentazione da materie prime diverse da FORSU, calcolato su un importo massimo di investimento pari a:
– 3,3 milioni di euro (per un impianto da 100 Smc/h)
– 7,25 milioni di euro (per un impianto da 250 Smc/h)
– 10 milioni di euro (per un impianto da 500 Smc/h)
– 13 milioni di euro (per un impianto da 1.000 Smc/h),
Nel caso di riconversioni:
– il 40% solo per impianti con alimentazione da materie prime diverse da FORSU, calcolato su un importo massimo di investimento pari a:
– 760.000 euro (per un impianto da 100 Smc/h)
– 1,9 milioni di euro (per un impianto da 250 Smc/h)
– 5,8 milioni di euro (per un impianto da 500 Smc/h)
– 11,6 milioni di euro (per un impianto da 1.000 Smc/h),
Il contributo viene erogato in due soluzioni, la prima, pari al 50% del totale, al raggiungimento e rendicontazione di uno stato di avanzamento del 50% delle spese; la seconda alla comunicazione di entrata in esercizio. In ogni caso le fatture devono essere quietanzate.
Le spese ammissibili al contributo sono:
– I costi di realizzazione dell’impianto
– I costi di connessione alla rete del gas naturale
– I costi di acquisizione di programmi informatici
– Le spese di progettazione, direzione lavori, collaudo, studi di fattibilità, acquisto di brevetti e licenze, nella misura massima complessiva del 12% della spesa totale ammissibile.
Tutte le spese devono essere sostenute entro il 30 giugno 2026.
Cumulo con altri incentivi.
I nuovi incentivi previsti da questo decreto non sono cumulabili con altri incentivi di qualunque natura, compreso il credito di imposta 4.0.
Come scegliere tra il nuovo bonus biometano e gli attuali incentivi.
A questo punto l’impresa è davanti ad un bivio. Può continuare a utilizzare gli incentivi oggi disponibili, oppure utilizzare il nuovo contributo a fondo perduto (bonus biometano). La prima considerazione che si può fare è che, mentre l’accesso al nuovo bonus biometano è legato allo sconto in percentuale che l’impresa vorrà proporre sulla tariffa di riferimento, sconto finalizzato a vincere la graduatoria, gli incentivi oggi spettanti non presentano alcuna limitazione di questo genere.
Facciamo alcuni esempi.
Per un nuovo impianto con alimentazione a materie prime diverse da FORSU realizzato al sud Italia con investimento di 11 milioni di euro, l’incentivo complessivo spettante (cumulo del bonus sud e del credito di imposta 4.0) è di 8.150.000,00, pari al 73,4% del costo di realizzazione dell’impianto, mentre il nuovo bonus biometano è di 4 milioni, pari al 40%.
Per una riconversione di impianto agricolo realizzato al sud Italia con investimento di 4 milioni di euro, l’incentivo complessivo spettante (cumulo del bonus sud e del credito di imposta 4.0) è di 3.500.000,00, pari all’87,5%, mentre il nuovo bonus biometano è di 1,6 milioni, pari al 40%.